La rabbia dei vent'anni che volgono al termine e l'incertezza del futuro e la paura del passato, la consapevolezza di essere invecchiati senza essere cresciuti, senza aver mai vissuto davvero. La lista di cose che rimpiangi di non aver mai fatto, che non hai mai potuto fare, la voglia di farle e la consapevolezza che si è troppo vecchi per farle ora. Il peso degli anni, gli acciacchi, le rughe, i farmaci e gli effetti collaterali, la stanchezza del corpo, dello sguardo, nel sorriso, nell'animo. Sono stanca, ho sonno. L'amara consapevolezza che il tempo perso non te lo ridarà mai nessuno, men che mai il tempo che ti è stato rubato. E ora i treni che non hai potuto prendere, gli arei che ti sono volati sulla testa e su cui avresti voluto volare, ormai sono andati, completamente spariti dai radar. E chissà dove ti avrebbero portato. Gli amici che si sposano, quelli che partono, quelli che muoiono. Quelli che ti hanno ferita, quelli che hai ferito tu. Quelli che non ti h...
È un dolore che non passa, come un'ombra perenne sul cuore. Costa tanto poter guardare in faccia certi demoni e dire loro "vi conosco". C'è una bambina che piange su una sedia, che abbraccia la sua bambola e canta bisbigliando delle vecchie ninna-nanne. E c'è un demone che le gira attorno, come un avvoltoio su una carcassa, e intanto affila i coltelli, e stringe i nodi delle corde. C'è una bimba che piange per terra e si stringe ai suoi giochi, e si rannicchia, mentre il demone si scaglia su di lei. Piccola, inerme, rannicchiata. Con una bambola stretta fra le braccia. E ora quel demone è un lupo, quel demone è lo sguardo di un passante, è una sberla, è lo sguardo di sé stessa attraverso il freddo dello specchio. E ora quella bambina è una donna piena di sogni interrotti, conosce i suoi demoni, li guarda negli occhi, ci parla, ogni tanto ci balla pure. E ora quella bambina è una donna che ogni tanto scrive. E scrive, per lenire il dolore della bambina che ...
E se ti tarpano le ali, tu scappa, scappa via, e corri più forte che puoi. E se ti tagliano anche le gambe, arranca fino alla prima ferrovia e prendi il primo treno che passa, non importa quali fermate faccia. E se ti pugnalano nel mezzo del cuore, tu ama, ama più forte, e ama te stessa, ama la vita e la libertà, ama l'alba e ama la notte, ama l'aria che vuoi respirare e ama tutto ciò che non hai, e amalo più forte. E se ti chiudono in gabbia, sogna con tutto il cuore che ti rimane, perché sai che si smette di essere liberi solo quando si perde la forza di sognare, di crederci veramente. E tieni sempre a mente, che chi ti ha chiuso in gabbia lo ha fatto perché libero non è stato mai. Nemmeno di amare. Nemmeno di amare sé stesso. Nemmeno di amare la vita. Nemmeno di amare gli altri.
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