Sarebbe splendido andarsene così..

Sognare di andarsene e non trovare mai il modo e il tempo per farlo.
Mi sento come se stessi combattendo contro i mulini a vento perché il mio unico avversario sono io.

Cari mamma e papà,
ho deciso di andarmene perché ho bisogno di più aria di quanto voi siete disposti a darmi. Ho deciso di andarmene perché non è questo il mio posto. Ho deciso di andarmene, prima di tutto, perché non è qui che voglio stare.

Caro papà,
tanto è il bene che ti voglio quanti sono gli schiaffi che ti darei. E te ne darei tanti.
Caro papà, mi hai sempre auspicato di andarmene da qui, ma quanto saresti realmente disposto a farmi partire e non farmi tornare? Sei forse il primo e il solo ad aver capito che ho un cuore nomade, con le radici sottosopra, come un albero forte che non riesce a dare i suoi frutti perché è stato trapiantato male. E malgrado io ti sia grata - e sempre lo sarò - per avermi dato un tetto sulla testa, farei realmente qualsiasi cosa pur di trovarmene uno tutto mio, di tetto sotto cui stare. Perché tu sai quanto io sia egoista e viziata. Ed è per questo che sceglierei mille e più volte di andarmene, di lasciare tutti qui i miei campi di battaglia- che piano piano sono diventati dei fallimenti-, perché, come ben sai, per me è molto più facile aggirare i problemi, che affrontarli. Ma non credere che non ci abbia provato, perché ho lottato. È solo che avrei dovuto essere più forte, più tenace.. o forse solo più matura. E l’esperienza è il sole che fa maturare le persone acerbe, come me. E a me il sole non piace, lo evito perché mi brucia sulla pelle e, talvolta, quando provo a guardarlo, per un motivo o per un altro, un po’ perché mi acceca, un po’ perché tu, papà, mi fai distogliere lo sguardo, poi finisce sempre che non ne ho preso abbastanza. Ed è allora che mi rintano nel piccolo nido del mio letto, al riparo dal sole, al riparo dalle intemperie...ma in balia dei miei uragani, dei miei pianti isterici e silenziosi, ma che tu, papà, forse riesci a sentire, perché sotto sotto fanno rumore e tu hai l’orecchio musicale.

Sceglierei mille volte di andarmene senza salutare, senza dire niente, senza prendere niente. Sceglierei mille volte di sparire perché andarsene così, da un giorno all’altro, è il solo vero modo di andarsene e voltare pagina di netto, è il solo modo che avrei per non lasciar spazio a rimpianti e ripensamenti. Perché se dovessi dire “papà, domani parto”, fino a quel “domani”, probabilmente cambierei idea, e sarei  sempre qui, punto e a capo. Me ne andrei buttando via la scheda telefonica, così da essere irreperibile. Me ne andrei senza nemmeno dirti ‘addio’, perché l’addio diventerebbe un ‘ciao’, perché non riesco a non provare quest’infinita tenerezza che ci lega, ora e sempre, e che mi tiene ancorata qui, dove non voglio stare. Ma non chiedermi dove andrei, perché non lo so nemmeno io.  

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