Ritorno a padroneggiare il senso di fame, come prova, come conferma che io il controllo lo so tenere.
Ritorno a costruire gusci e barriere, come prova che da sola sto meglio.
Ritorno a capire che non è così che si vive, che questo è un modo per ammazzare il tempo e nulla più, ma è meglio così. Perché i castelli di carta sono belli ma fragili.

Che quel sottofondo bluastro e insipido poi ho capito cos'è. Credo si chiami solitudine e me lo tengo stretto.
E' quel pezzettino di me che è solo mio, che nessuno avrà mai, al quale nessuno avrà mai accesso.
Perché siam tutti soli a questo mondo. Tutti, anche quelli che si amano, anche quelli che hanno trovato la metà mela. Tutti, nessuna eccezione. O per lo meno, io lo sono di sicuro...e mi va bene così. Mi sta benissimo che "qui non arrivano gli angeli.." ..chi ha bisogno degli angeli quando ci si basta da soli?

Non scappo più, non ne ho il motivo. Ho solo finito di fare la guerra.. O forse l'ho appena iniziata. Sì, penso di averla iniziata. Torno a combattere contro me stessa, perché il mio unico nemico sono io. E ho smesso di scavarmi la fossa..o forse ho appena iniziato? Non è rilevante..
Quello che importa è "mantenere il controllo, non importa se fa male".  E farà male. Fa già male. Fa già male sentirsi diversa, sentirsi inadatta, fa male essere sola e crogiolarsi nella solitudine come fosse un punto di forza, fa male trovare la consolazione magra e scarna che "non sono l'unica". Ma chi se ne frega degli altri quando il dolore lo senti tu, sotto la tua pelle?

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