"..Appartengo a un altro tempo scritto sopra le mie dita,
con i segni di chitarra che mi rigano la vita.
Io l'ho vista la bellezza e ce l'ho stampata in cuore,
imbranata giovinezza a ogni antico nuovo amore.
Io non appartengo più,
mi fa ridere lo ammetto,
ma vi giuro non lo faccio per malinconia o dispetto.
Non lo dico per stanchezza,
al calar del sipario su spettatori immaginari
sono gli uomini la stizza,
sono i loro stupidari.
Così corrono ad Oriente e non c'è stella cometa
e moltiplicano il niente per chiamarlo ancora vita,
come chi ha dimenticato,
come chi non ha provato,
come chi si è sorpassato,
non si è visto e ha continuato.
Io non appartengo a un tempo
che non mi ha insegnato niente tranne che puoi esser uomo
ma non diventare gente.
Io volevo ed erano voli
di uno sparso, antico sogno,
per non rimanere soli, accecati nell'abbaglio..."

R. Vecchioni

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